Serve una presa di posizione netta, immediata.
Tagliare, tranciare il filo conduttore che ci lega alle sporche ed invisibili
mani della plutocrazia internazionale, ridiventando autonomi e padroni della
nostra economia. In poche parole: uscire dall'euro, e subito, prendendo a calci
Monti e le sue false promesse di crescita attraverso "sacrifici" e
"compiti a casa" destinati a non finire mai. La pura verità è che è
stato messo lì, solamente per salvaguardarlo, l'euro, e condurci con false
promesse e parole rassicuranti in un baratro senza fine, succhiandoci tutte le
residue energie del nostro paese, che avrebbe il potenziale per imporsi sul
mercato da protagonista, come ha dimostrato in passato. Rimanendo in balia di
questo governo di camerieri non facciamo altro che tentare affannosamente di
risanare un debito-voragine che, per quanto possiamo versare in tasse
attraverso sacrifici immani, non sarà mai colmato, è evidente. Sottomessi ad
una politica economica internazionale comandata da diabolici parassiti e da
un'infinita schiera di burattini-servitori, atrofizzati dai media, narcotizzati
da mille distrazioni e bisogni futili, perdiamo di vista il focus del problema:
politici sempre più interessati a difendere il proprio "orticello",
perduto ormai totalmente il senso dello Stato. Si spendono addirittura belle
parole per questo governo di tecnici, che nulla ha fatto di buono se non
portare la pressione fiscale a livelli stellari.
"Stiamo crescendo", "Riduciamo il
debito" "gli italiani hanno capito, stiamo facendo sacrifici":
ciance su ciance. Questo è il risultato della loro azione politica? Una buona
azione politica deve trovare riscontro in industrie attive e categorie sociali
cooperanti, unite da un unico fine, il bene e la crescita della comunità e dello
Stato; opere pubbliche dignitose, studiate ed intelligenti; organizzare
gerarchicamente la società dove i migliori stanno in cima, non per questo
privando di dignità chi svolge una mansione che implica responsabilità minori.
Perché tutti, ogni individuo, agendo all'interno di uno Stato per le
caratteristiche che ha e i doveri che gli competono, proprio come nel corpo
umano, contribuiscono al buon funzionamento dell'intero organismo.
Il cittadino deve vedere i risultati di un' azione politica, constatarli traendone
giovamento ogni giorno, nella vita e nel lavoro: di parole ne abbiamo le tasche
(e anche qualcos'altro) piene.
Scendiamo dal treno diretto, attraverso binari
ben definiti, verso un sempre più nero tunnel in cui Monti ci trascina
tenendoci per mano e convincendoci e rassicurandoci, con le sue favolette, che
dopo il buio ci sarà di nuovo la luce. Caro professore, i tuoi
"compiti" falli fare ai tuoi nipotini, che per noi è tempo di
riprendere in mano il nostro destino. Prima mossa, scrollarci di dosso
l'insanabile e colossale debito e subendo le terribili conseguenze del default.
Terribili sì, ma passeggere. Si soffrirà la fame, saranno anni duri, una vera
guerra. Dovremmo tirare fuori quegli attributi che, nei momenti cruciali, gli
italiani hanno dimostrato di avere.
Finché va avanti così a chi evade, visto come un demonio dal nostro caro
Mario, non fa poi così male visto che pagando allo Stato i soldi non si sa dove
vanno a finire. E fossero pochi! Spolpati fino al midollo, e chi ne trae
beneficio? Tutto scuro, tutto losco, una coltre di nebbia. Basta, se versiamo
allo Stato, pretendiamo che i soldi vengano utilizzati bene, per poter mettere
il popolo in condizione di vivere e lavorare meglio, in una crescita compatta e
unita. In poche parole uno Stato forte, sano e ripulito da menzogne. Utopia?
Sogno? Illusione? Per nulla, se le attuali forze che predicano una
pseudoribellione in salsa antipolitica
sono in favore, complici in minore o in maggior misura, dell'egemonia globale
della democrazia liberal-capitalista, esse sono il nostro nemico giurato. Questo
sia chiaro. Perché l’unica e possibile
rivoluzione, sarà tale solo in nome della Tradizione!
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