venerdì 18 gennaio 2013

Terzi e i suoi più che dubbiosi "supporti logistici"

Giulio, il ministro degli esteri per conto, Terzi, in un turbillon di servilismo e cupidigia di subordinazione, senza alcun mandato parlamentare ci immerge in un conflitto con il quale non abbiamo nulla a che fare. Cui prodest?



Anche l’Italia si schiera al fianco della Francia nella difficile partita in Mali. E annuncia di essere pronta a fornire «supporto logistico»: collegamenti aerei, rifornimenti in volo. Mettendo forse anche a diposizione i suoi droni e le sue basi. Ma senza scendere direttamente sul «terreno»: «niente boots on the ground», fanno sapere i ministri degli esteri e della difesa, Giulio Terzi e Giampaolo Di Paola, annunciando che Roma si unisce così a Gb, Germania e Usa nel fornire «supporto logistico» ad una missione «necessaria per evitare il radicarsi degli estremisti» che la stessa Francia ha definito - per bocca del suo ministro della Difesa - «molto difficile». Ma necessaria per scongiurare il terrorismo, ha ribadito il presidente Francois Hollande, che ha subito ringraziato Roma per il supporto. Ipotizzando che l’Italia metta a disposizione anche i suoi droni predator. 

E mentre la Corte Penale internazionale apre un’inchiesta sui presunti crimini di guerra commessi nel paese dal gennaio 2012, sul campo le truppe francesi, dopo Bamako, hanno iniziato da stamattina a dirigersi anche verso il nord. Gli jihadisti di Ansard Dine si sono intanto affrettati a ridimensionare la avanzata del contingente transalpino, fornendo anche un video a “dimostrazione” che la città di Konna è ancora loro. E che i raid francesi hanno colpito alcune postazioni di Ansar Dine, ma facendo al massimo cinque morti. 
Dall’Europa intanto si allarga il fronte dei paesi coinvolti - oltre all’Italia anche la Germania conferma il supporto logistico, con l’invio di due aerei “Transal” - e i riflettori sono puntati sul consiglio Esteri straordinario di domani. All’ordine del giorno dei 27 la possibilità di «opzioni militari», hanno spiegato fonti Ue, precisando che la crisi maliana è una minaccia alla sicurezza europea e non solo della regione: «L’intervento francese è importante, era ora di agire», hanno ribadito anticipando che se domani il consiglio esteri darà l’ok ad un’accelerazione della missione di addestramento delle forze del Mali (EUTM), la prossima settimana partirà una missione di ricognizione. Si tratta di circa 250 addestratori che potrebbero essere non solo anticipati ma anche ampliati.  

Con l’Italia che, per ora, nel decreto missioni, prevede di inviarne 24 ma che potrebbe anche rivedere l’impegno. Rendendo, forse, necessario rivedere (si ipotizza un emendamento o un provvedimento ad hoc) l’attuale testo. Domani si ribadirà - ha detto Terzi - l’assoluta urgenza della missione dei formatori di un esercito che finora «non ha saputo far fronte alla sfida», aggravata da incertezze politiche e colpo di stato. 
L’operazione militare avviata dalla Francia con un altro gruppo di paesi «é in linea con la risoluzione 2085 del 20 dicembre scorso del Consiglio di Sicurezza” Onu dopo la richiesta di aiuto del presidente maliano, ha detto il capo della diplomazia, spiegando le linee su cui intende muoversi Roma: ribadire «chiaramente il pieno sostegno all’intervento nell’ambito della risoluzione” Onu e, parallelamente a «quanto si sta facendo a livello Ue», fornendo «supporto logistico». E mentre dal fronte africano il presidente della Costa d’Avorio Alassane Ouattara parla dell’intervento militare come «ormai necessario», a fianco della comunità internazionale c’è anche il Ciad che annuncia l’invio di un contingente a sostegno della missione. 

La crisi maliana entra intanto anche nella ridda politica interna italiana, con Di Pietro che chiede al governo di «riferire urgentemente» alle Camere. 

Fonte: La Stampa

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