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lunedì 30 novembre 2015

SEGUIRE LA LUCE, SEGUIRE L'ESEMPIO

Azione virtuosa come azione impersonale. Essa è tale solo perchè spontanea e non mossa da desideri individualistici ed egoistici. Nel momento in cui la compiamo con lo scopo di trarne giovamento materislistico personale, essa si svilisce irrimediabilmente. Il fine deve essere semplicemente il bello ed il giusto, a beneficio della comunità.
La paura di "andar contro" ad altri, il pensiero di attirarci antipatie ed incomprensioni, non ci tocca, perchè siamo sicuri di agire nel giusto e non ci poniamo problemi nel dire e fare ciò che veramente siamo.

"Se amiamo la virtù solo per il fatto che vien notata, la macchiamo di orgoglio. Noi non siamo più virtuosi nel momento in cui desideriamo che la virtù, che riteniamo aver raggiunto, sia vista e ammirata. Così avviene per tutte le virtù. Esse sono belle e dolci se le amiamo di per se stesse, se le coltiviamo per il solo piacere di averle raggiunte.
Noi procediamo nella vita senza neanche pensare al fatto che potremmo non essere compresi. I cuori senza complicazioni non immaginano le complicazioni degli altri. I cuori puri non immaginano che altri cuori siano maligni o impuri" Leon Degrelle

martedì 17 novembre 2015

Léon Degrelle - la fine dell'Europa


Fantasia, immaginazione?
Sì, purtroppo... Esclusa però tale possibilità e a meno che non intervenga uno sforzo quasi miracoloso, l?Europa è finita.
La sua decomposizione potrà soltanto accelerarsi. Essa risulta corrotta spiritualmente e moralmente, divorata da un materialismo sempre più esigente. Contaminata nel suo sangue da un'invasione straniera sempre più prolifica, l'Europa perde poi la propria sostanza a forza di milioni di aborti ogni anno e grazie a due miliardi di pillole assassine. 
Di fronte a questa Europa tisica, gli altri mondi sono progressivamente destinati ad assumere proporzioni colossali. 
[...] Questi saranno divenuti quasi tutto, nell'universo: noi, quasi niente.

Léon Degrelle, Militia

venerdì 6 novembre 2015

SEGUIRE LA LUCE, SEGUIRE L'ESEMPIO

Un azione virtuosa rimane tale solo in quanto priva di qulasiasi desiderio egoistico e materialistico. Quando la sporchiamo con l'orgoglio, e col desiderio di ricavarne in cambio privilegio, essa svilisce: Azione come rappresentazione del divino, senza scopi meschini, e compiuta unicamente per il raggiunigimento del giusto e del vero a beneficio della comunità. Azione impersonale e diretta, azione senza condizionamenti.
Noi non ci poniamo il dubbio su che pensiero gli altri si facciano della nostra azione, in quanto agiamo col cuore, seguendo la via segnata dalla Tradizione. Noi facciamo e siamo quello che pensiamo.


"Se amiamo la virtù solo per il fatto che vien notata, la macchiamo di orgoglio. Noi non siamo più virtuosi nel momento in cui desideriamo che la virtù, che riteniamo aver raggiunto, sia vista e ammirata. Così avviene per tutte le virtù. esse sono belle, dolci, se le amiamo di per sè stesse, se le coltiviamo per il solo piacere di averle raggiunte.

Noi procediamo nella vita senza neanche pensare al fatto che potremmo non essere compresi. I cuori senza complicazioni non immaginano le complicazioni degli altri. I cuori puri non immaginano che altri cuori siano maligni o impiuri"
Leon Degrelle



domenica 31 marzo 2013

Leon Degrelle - omaggio


Leon Degrelle, in memoriam - 31/03/1994

"Solo coloro che hanno fede sfidano e rovesciano il destino!
Credeteci! E lottate!
Il mondo, lo si perde o lo si prende! Prendetelo!
Nel deserto umano, in cui belano tanti montoni, siateci leoni!
Forti come loro! E come loro intrepidi!
E che v’aiuti l’Iddio!
Salve, camerati! "


venerdì 1 marzo 2013

Fare Riconquista [Leon Degrelle]



“Usciremo fuori da questo decadimento solo attraverso un’immensa rettificazione morale, insegnando agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. In un secolo in cui si vive soltanto per sé, occorrerà che centinaia, migliaia di uomini non vivano più per se stessi ma per un ideale comune: disposti sin dall’inizio a sostenere per questo tutti i sacrifici, tutte le umiliazioni, tutti gli eroismi. Contano soltanto la fede, la fiducia, l’assenza completa di egoismo e di individualismo, la tensione di tutto l’essere verso il servizio – per quanto ingrato possa essere, ovunque si svolga -: il servizio di una causa che va al di là dell’uomo, e che esige da lui tutto, senza promettergli nulla. Contano soltanto le qualità dell’anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tener alto al di sopra di tutto un ideale, nel disinteresse più assoluto. Giunge l’ora in cui, per salvare il mondo, vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la Riconquista”. 

ESSERE ESEMPIO - LEON DEGRELLE

lunedì 12 novembre 2012

Per non voltarsi, non lasciarsi andare..combattere!


"La strada e’ dura. Il respiro diventa corto. Vi sono dei momenti in cui vorresti gettare questo sacco che ti pesa, lasciarti andare per il pendio e ritornare a quelle case di campagna che fumano laggiu’, filamenti azzurrini sui fondi verdi e grigi dei prati e delle ardesie. Ti senti preso dalla nostalgia per le acque che dormono e per i giunchi chiari, lo sciabordio del remo, il sentiero piatto, senza asperità lungo gli argini. Vorresti non pensare più a nulla, cancellare dal pensiero il ricordo degli uomini, e, supino sull’erba, guardare il cielo che passa, sollevato da voli di uccelli. Basta con la stanchezza! Non lasciar cadere il sacco e il bastone! Non asciugarti le ginocchia sanguinanti! Non ascoltare il clamore degli odi, non guardare gli occhi sorridenti della malvagità che nascondono. E’ in alto che devi volgere lo sguardo. Il corpo deve vivere soltanto per queste curve che svoltano - il cuore, sognare soltanto queste vette che tu e gli altri dovete raggiungere."


Militia, Leon Degrelle

sabato 27 ottobre 2012

SEGUIRE LA LUCE, SEGUIRE L'ESEMPIO

Un azione virtuosa rimane tale solo in quanto priva di qulasiasi desiderio egoistico e materialistico. Quando la sporchiamo con l'orgoglio, e col desiderio di ricavarne in cambio privilegio, essa svilisce: Azione come rappresentazione del divino, senza scopi meschini, e compiuta unicamente per il raggiunigimento del giusto e del vero a beneficio della comunità. Azione impersonale e diretta, azione senza condizionamenti.
Noi non ci poniamo il dubbio su che pensiero gli altri si facciano della nostra azione, in quanto agiamo col cuore, seguendo la via segnata dalla Tradizione. Noi facciamo e siamo quello che pensiamo.

"Se amiamo la virtù solo per il fatto che vien notata, la macchiamo di orgoglio. Noi non siamo più virtuosi nel momento in cui desideriamo che la virtù, che riteniamo aver raggiunto, sia vista e ammirata. Così avviene per tutte le virtù. esse sono belle, dolci, se le amiamo di per sè stesse, se le coltiviamo per il solo piacere di averle raggiunte.
Noi procediamo nella vita senza neanche pensare al fatto che potremmo non essere compresi. I cuori senza complicazioni non immaginano le complicazioni degli altri. I cuori puri non immaginano che altri cuori siano maligni o impiuri"
Leon Degrelle

venerdì 25 maggio 2012

UN PUGNO DI EROI ....


“Avevo sognato un secolo di cavalieri forti e nobili, dominatori di sé prima che dominatori di altri. L'essere umano si è barricato dietro il proprio egoismo e il proprio piacere. La virtù ha abbandonato il suo canto naturale, l'aria è carica di tutti i rinnegamenti morali e spirituali. Noi usciremo da questo decadimento solo attraverso un'immensa rettificazione, reinsegnando agli uomini ad amare, a sacrificarsi, a vivere, a lottare e a morire per un ideale superiore. Contano soltanto la fede, la fiducia ardente, l'assenza completa di egoismo e di individualismo. Contano soltanto le qualità dell'anima, le sue vibrazioni, il dono totale, la volontà di tenere alto al di sopra di tutto un ideale nel disinteresse più assoluto. Giunge l'ora in cui per salvare il mondo vi sarà bisogno del pugno di eroi e di santi che faranno la riconquista. Respirare, riprendere a credere alla virtù, alla bellezza, alla bontà, a un amore, sentir danzare attorno a sé sulle onde mille altre vele gonfie di vento portate da uno stesso soffio verso la stessa chiamata. Quando il mare dorato vedrà affluire questo biancore la rivoluzione sarà in marcia levata sulle vette di questa flottiglia di anime!”
Militia - Leon Degrelle


venerdì 1 aprile 2011

Leon Degrelle [Discorso]

Tratto da un’intervista nella sua casa di Malaga.
 

“Noi (…) eravamo soldati che proiettavano nella lotta le loro idee, e che si preparavano alla costruzione dell’Europa. Ma questa concezione dell’Europa non è arrivata subito (…). È stata la guerra che, spingendo i Tedeschi fuori dal proprio Paese ha fatto capire loro cosa succedeva negli altri Paesi. Ha fatto anche sì che negli altri Paesi vedessero i Tedeschi e potessero rendersi conto di cosa fossero, e che eravamo tutti degli europei, nonostante tutte le lotte e gli odi eravamo tutti la stessa gente (…). C’era il grande motore germanico, la Germania è nel centro dell’Europa, è un Paese che ha il senso dell’organizzazione, del lavoro, della perfezione, vi stava benissimo come elemento trainante. Ma accanto esisteva tutto questo meraviglioso mondo occidentale e la sua civiltà bimillenaria. Che cos’era Berlino con i maiali che camminavano nella sabbia della strada, mentre Parigi era uno dei centri maggiori dell’universo, 1500 anni dopo che Roma era stata la capitale del Mondo? Era evidente che questo progetto germanico da solo non avrebbe mai potuto fare l’Europa, aveva bisogno del grande sostegno occidentale, ed è lì che ho concentrato i miei sforzi, per far risorgere una grande unità occidentale da unire al centro Europa ma anche all’universo mondo slavo (…). Questo è sempre stato il mio progetto (…). L’Europa dal Mare del Nord fino a Vladivostok. Un’Europa che avrebbe dato ai giovani di oggi qualsiasi possibilità, un’Europa di 10000 Km di estensione per le attività di tutta la gioventù, invece di avere, come oggi, 16 milioni di disoccupati nel mercato comune. Tutti questi giovani avrebbero potuto realizzare qualsiasi cosa passasse loro per la testa (…).

Chiaramente, noi abbiamo perso la guerra non perché ci mancasse coraggio; per quattro anni l’epopea dell’Europa sul fronte russo è stata la più grande avventura militare della storia. Anche questo è incredibile, che la gente non dia importanza ad un fatto del genere (…), che per quattro anni ci sia stato un fronte favoloso, di 3000 Km di lunghezza, una lotta che ha messo di fronte decine di milioni di uomini; il caso delle Waffen SS, un esercito di un milione di volontari, non si era mai vista una cosa simile. Di questo non se ne parla, né dell’eroismo inaudito che è stato dimostrato. Si pensi solo al percorso da Stalingrado a Berlino; abbiamo resistito 1000 giorni, 1000 giorni resistendo palmo a palmo, sacrificio dopo sacrificio, centinaia di migliaia di uomini che morivano per impedire che i sovietici avanzassero troppo in fretta. Con Stalin che diceva: “Lo zar è andato a Parigi. Ci andrò anch’io”. Era evidente che se avessimo fatto come i francesi nel 1940, squagliarcela quando la lotta diventava troppo pericolosa, i russi avrebbero conquistato tutta l’Europa in un batter d’occhio, molto prima che gli americani sbarcassero in Normandia, 1000 giorni! E se avessimo resistito soltanto 100 giorni, sarebbero arrivati a Parigi o sarebbero andati a dormire nel letto del maresciallo Petain a Vichy. Noi abbiamo salvato l’Europa o quanto ne rimane ancora adesso. Se i francesi non sono come i cecoslovacchi è unicamente perché siamo morti a migliaia per loro. E allora invece di insultarci dalla mattina alla sera ci dovrebbero dire: “Siete stati veramente bravi, grazie!” (…). Si dice sempre: “Ma perché Hitler si è lanciato in questa avventura?”. Si è lanciato perché, se avesse aspettato un anno o due, Stalin sarebbe arrivato di corsa. Ora ci sono tutti i documenti che stabiliscono che aveva creato più di 120 nuove divisioni, 60 nuovi campi di aviazione. Che già allora era arrivato ad avere 32000 carri armati contro i 3000 dei tedeschi; è in quel momento che hanno preteso i Balcani e abbiamo capito che era finita. (…) La vittoria degli altri è stata un disastro. Tutto quello che hanno portato è una falsa civiltà, la civiltà americana, purtroppo, la civiltà dei consumi, del piacere, si pensa solo ad andare a divertirsi, gioie passeggere; la vita di famiglia è stata annientata, la vita religiosa distrutta: tutto questo è molto demoralizzante. Un giovane si chiede: “Ma cosa si può fare? (…) Ma si può ancora sperare?”. Rispondo loro: in tutte le epoche nel mondo ci sono state grandi crisi e a volte quando non è stato fatto uno sforzo tutto è crollato, come ad esempio la caduta dell’Impero Romano; prima c’era stata quella della Grecia, prima quella dell’Egitto. Ma ci sono state anche grandi rinascite, come ad esempio l’Italia che ha vissuto la decomposizione e ora è più importante dell’Inghilterra; la Germania, che 50 anni fa non era altro che rovine, ora è un Paese fiorente. Significa che si può sempre ricreare. Diranno: “Ma non siamo numerosi”, ma non è un numero a fare la forza dei popoli e dei grandi movimenti rivoluzionari, è la potenza dell’anima, è la gente con una grande volontà, un grande ideale che si vuole vedere trionfare (…). Ebbene è a questo che bisogna credere, credere che tutte le possibilità sono nell’uomo, che se i giovani le vogliono e lo vogliono, un giorno troveranno l’opportunità e un giorno nascerà l’uomo, perché tutto è una questione di uomini. È il grande uomo a raccogliere le aspirazioni di tutti e a farle vincere. E la sfortuna dell’Europa di oggi è che non c’è nessuno. Ai nostri tempi ce n’erano finché si voleva: c’era Hitler, c’era Mussolini, c’ero io in Belgio, c’era Franco, c’erano i polacchi, c’erano i turchi, tutti avevano un capo, era sorprendente; ora non ci sono più che larve politiche (…). Per 50 anni l’Europa sono stati incapaci di farla, dopo 50 anni sono ancora lì che dissertano di miserabili questioni finanziarie, questioni di salami e maiali, di polli; sono ancora lì. Così si vede che questa soluzione è falsa; la sola vera è quella che abbiamo avuto noi (…). Sul caminetto del mio esilio ho fatto incidere queste parole: “Un po’ di fuoco in un angolino del mondo e tutti i miracoli di grandezza restano possibili.” Tutto è possibile, ragazzo ragazza che mi ascolti, fede nella vita!”.