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sabato 7 settembre 2013

Il ragazzo dell’Europa, prima e dopo l’8 settembre

Ogni anno l’8 di Settembre, data spartiacque tra due mondi di concepire la vita e il mondo, non solo per l'Italia ma anche per l'Europa, ci offre l'occasione di spendere qualche riflessione che metta in chiaro, ancora una volta, la distanza tra l'orizzonte verso il quale le persone prima di questa data tendevano, come singoli e come popolo e il pantano borghese in cui ci troviamo. Per questo intento, lasceremo da parte i discorsi meramente politici, per analizzare lo stato d'animo di due canzoni simboliche delle due barricate, entrambe avente lo stesso titolo, "Ragazzo dell'Europa". 

Da una parte c'è la canzone di Gianna Nannini, che si contestualizza nell'Europa liberal-democratica dei nostri giorni, della libera circolazione del capitale e della forza lavoro. Un'Europa "comunitaria" che esiste per consumare e produrre e la cui unica preoccupazione è l'andamento dell'economia. Così, anche la vita dei giovani di questa Europa non può che essere inchinata alla materia ingannati come sono che quel che conta è vivere tutte le "esperienze" possibili attraverso la pratica e la profanazione di tutto. La canzone della Nannini esalta un randagismo che invita a spremere il proprio corpo come uno straccio per godere il più possibile, esaltando la vita istintuale che risucchia l'individuo nell'anonimato della specie. Il ragazzo di questa canzone non ha radici, esso "non pianta mai bandiera",  per cui non si sente neanche in dovere di trasmettere un'eredità che avrebbe dovuto cogliere con cura e consegnare a sua volta. 

L'altra canzone, invece, quella che richiama i valori che animarono l'Europa prima dell’8 settembre, è degli Hobbit. Il testo racconta di un ragazzo dell'Europa ben consapevole di appartenere a un suolo, a un popolo ed a un passato. Sa che solamente l'altitudine crea nuovi orizzonti e che vivere seguendo i piaceri è da plebeo mentre i nobili aspirano all’Ordine, alla Verità, alla Bellezza, alla Giustizia. La vita, in questo caso, non è un vagabondaggio, ma una missione che richiede fedeltà illimitata poiché colui che vede più lontano è anche colui che ha saputo salire più in alto.
Le opere artistiche, come i due brani musicali proposti, sono un indicatore dei valori  che hanno guidato la creatività dell’artista, per cui non ci stupiamo neanche più di tanto quando vediamo la Nannini spopolare con il suo inno alla dissolutezza mentre gruppi come gli Hobbit vengono emarginati dal mondo della musica propinata alle giovani generazioni.

Nico di Ferro


domenica 25 luglio 2010

CenaConcerto 24 Luglio [Recensione]


In faccia al mare, al vento di maestrale, in una delle rare giornate in cui anche la calda estate delle nostre latitudini lascia intravedere la forza della Natura. In circa cinquanta partecipanti abbiamo dato vita al nostro sogno di mezza estate, la MarioFest, circondati dalle splendide scogliere tra Civitavecchia e Santa Marinella. 

Una festa autarchica: messe insieme le spese, le abbiam divise per i partecipanti, come nella migliore tradizione solidale. L’organizzazione, frutto della collaborazione tra militanti romani, del litorale a nord di roma e triestini, ha curato l’allestimento dei luoghi, le esibizioni musicali ed il buffet di qualità e quantità. 

All’evento, oltre alla graditissima presenza di Mario degli Hobbit e dei camerati di Aprilia, hanno presenziato persone di grande spessore come l’Avv. Niglio, giunte con spirito ardente ma sereno a stringersi attorno a Mario. Sono giunti inoltre i saluti del nostro Antonio Pedrini, non ancora completamente rimessosi in salute.

La serata è stata aperta da Massimo con un’esibizione acustica di brani degli Ultima Frontiera, presenza per la quale ringraziamo sentitamente i camerati giunti da Trieste. A seguire gli Imperium, sempre in versione acustica, che hanno presentato brani del proprio repertorio, altri  ancora da incidere, e cover già collaudate. 


Poi è stata la volta di Mario degli Hobbit che oltre al suo repertorio, ha eseguito una coinvolgente versione acustica di HL78 in collaborazione con Massimo degli UF e Imperium. A seguire moltissimi brani, non tra gli ultimi quelli di un medley di lucio battisti cantati dalle ragazze.
 
In chiusura di serata il saluto di Mario, che prima di raggiungere la moglie gelosa ha voluto dilettarsi con una divertente esibizione canora, per poi regalarci alcune significative parole, sicuramente rimaste tatuate nel cuore dei presenti: “Vi ringrazio per questa bella serata, perché dimostra che non tutto ciò che abbiamo fatto è stato inutile, perché camerati più giovani portano avanti le stesse lotte, in modo migliore del nostro”. 

Far sì che questo messaggio non sia tradito dal tempo è un ulteriore impegno che, tutti noi, dovremo assumerci con profondo onore.