" La legge dell'onore: percorri soltanto le vie indicate dall'onore. Lotta e non essere mai vile. Lascia agli altri le vie dell'infamia: Piuttosto che vincere per mezzo di un'infamia, meglio cadere lottando sulla strada dell'onore".
“La strada da percorrere conduce al di là del PUNTO ZERO, conduce oltre la linea, oltre il muro del tempo e, attraverso di esso” Ernst Junger
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venerdì 16 ottobre 2015
giovedì 20 agosto 2015
MISSIONE IN LIBANO per il Popolo Palestinese
Consegna in loco dei medicinali raccolti, missione di solidarietà, raccolta di testimonianze e contatti, da parte dei volontari del COORDINAMENTO DI SOCCORSO PER IL POPOLO PALESTINESE e POPOLI ONLUS *
- Autunno 2015 -
Altre info a breve
mercoledì 24 giugno 2015
mercoledì 18 settembre 2013
Sabra e Chatila, trentun' anni dopo..
Dalle invenzioni sull'odierna Siria, alle stragi del passato. Il filo diretto delle menzogne d'oggi e delle stragi dimenticate di ieri. I grandi poteri internazionali celano i propri orrori dietro la maschera falsa della democrazia portatrice di libertà, e di una globalizzazione che dovrebbe vederci tutti ben chinati di fronte al dio denaro.
Nel silenzio di chi nasconde i veri crimini contro l'umanità, riecheggiano le voci delle donne e dei bambini di Sabra e Chatila....
" (..) Ed eccoci di nuovo qui, a Sabra e Chatila. Due giorni dopo l’attentato, tra la notte del 16 e la mattina del 18 settembre, l’esercito israeliano supportato dagli americani oltre che dalle Forze Libanesi (la coalizione di governo diretta da Gemayel) usano il pretesto dell’assassinio per perpetuare uno dei massacri più truculenti degli ultimi decenni. Alla periferia di Beirut, proprio nel campo di profughi palestinesi, le squadre cristiano-sioniste compiono un massacro senza precedenti. Nelle vie strette ed intricate del sobborgo libanese, l’incursione militare provoca la morte di migliaia di persone (le stime parlano di 3.500 civili). Sul carattere politico degli squadristi la versione ufficiale racconta che ha sporcarsi le mani di sangue sarebbero state le milizie cristiane, nonostante nel 1982 l’area fosse monitorata dall’esercito israeliano. È noto, infatti, come gli israeliani oltre ad essere presenti durante le incursioni a Sabra e Chatila, siano stati i veri mandanti assieme ai vertici nordamericani. Recentemente, in un articolo intitolato “il massacro che poteva essere evitato”, apparso sul New York Times, Seth Anziska, ricercatore alla “Columbia Univerity, è riuscito a raccogliere dei documenti storici i quali contengono le conversazioni tra le elite statunitensi ed israeliane avvenute in quel periodo. Tra questi è spuntato un documento del 17 settembre 1982, che racconta l’incontro avvenuto tra il ministro della Difesa Ariel Sharon e l’americano Morris Draper, consigliere del presidente sulle questioni mediorientali. “Se avete paura di trovarvi implicati in quest’operazione non ci sono problemi, basta che gli Stati Uniti smentiscano ogni tipo d’implicazione o conoscenza del massacro, e noi confermeremo le smentite” avrebbe detto il ministro israeliano al suo interlocutore, e ciò starebbe a significare, come afferma l’autore, che Tel Aviv fosse al corrente fin dall’inizio dei massacri in corso.
Nel silenzio di chi nasconde i veri crimini contro l'umanità, riecheggiano le voci delle donne e dei bambini di Sabra e Chatila....
" (..) Ed eccoci di nuovo qui, a Sabra e Chatila. Due giorni dopo l’attentato, tra la notte del 16 e la mattina del 18 settembre, l’esercito israeliano supportato dagli americani oltre che dalle Forze Libanesi (la coalizione di governo diretta da Gemayel) usano il pretesto dell’assassinio per perpetuare uno dei massacri più truculenti degli ultimi decenni. Alla periferia di Beirut, proprio nel campo di profughi palestinesi, le squadre cristiano-sioniste compiono un massacro senza precedenti. Nelle vie strette ed intricate del sobborgo libanese, l’incursione militare provoca la morte di migliaia di persone (le stime parlano di 3.500 civili). Sul carattere politico degli squadristi la versione ufficiale racconta che ha sporcarsi le mani di sangue sarebbero state le milizie cristiane, nonostante nel 1982 l’area fosse monitorata dall’esercito israeliano. È noto, infatti, come gli israeliani oltre ad essere presenti durante le incursioni a Sabra e Chatila, siano stati i veri mandanti assieme ai vertici nordamericani. Recentemente, in un articolo intitolato “il massacro che poteva essere evitato”, apparso sul New York Times, Seth Anziska, ricercatore alla “Columbia Univerity, è riuscito a raccogliere dei documenti storici i quali contengono le conversazioni tra le elite statunitensi ed israeliane avvenute in quel periodo. Tra questi è spuntato un documento del 17 settembre 1982, che racconta l’incontro avvenuto tra il ministro della Difesa Ariel Sharon e l’americano Morris Draper, consigliere del presidente sulle questioni mediorientali. “Se avete paura di trovarvi implicati in quest’operazione non ci sono problemi, basta che gli Stati Uniti smentiscano ogni tipo d’implicazione o conoscenza del massacro, e noi confermeremo le smentite” avrebbe detto il ministro israeliano al suo interlocutore, e ciò starebbe a significare, come afferma l’autore, che Tel Aviv fosse al corrente fin dall’inizio dei massacri in corso.
Dopo la strage, il silenzio della comunità
internazionale è assordante. Solo il 25 settembre, il Consiglio di Sicurezza
delle Nazioni condanna i massacri sionisti, ma gli Usa votano contro,
consolidando quell’alleanza sacra tra Washington e Tel Aviv, che negli anni a
venire lavorerà a congiuntamente nella destabilizzazione del Medio Oriente.
Nessuna commissione ufficiale d’inchiesta, nessun colpevole realmente
identificato e giustiziato. Nessun eco nei media occidentali su quel massacro
che ha devastato la coscienza di quei rifugiati che dal 1952 vivono e crescono
nella miseria. Qualche parola la spende solo Sandro Pertini, all’epoca
Presidente della Repubblica italiana. Affermerà il 31 dicembre del 1983 “io
sono stato nel Libano. Ho visto i cimiteri di Sabra e Chatila. È una cosa che
angoscia vedere questo cimitero dove sono sepolte le vittime di quell’orrendo
massacro. Il responsabile dell’orrendo massacro è ancora al governo in Israele.
E quasi va baldanzoso di questo massacro compiuto. È un responsabile cui
dovrebbe essere dato il bando dalla società”. Nessun bando dalla
società per Ariel Sharon, (nonostante Israele abbia riconosciuto la sua
responsabilità indiretta) che trent’anni dopo la strage è ancora impunito. E a
trent’anni dall’accaduto, per i rifugiati di Sabra e Chatila, non è cambiato
nulla. La comunità internazionale li ha già dimenticati. Noi no. Testimoniare è
un obbligo."
venerdì 18 marzo 2011
Ma non doveva essere nel 2012?
In Giappone c’è stato un terremoto fortissimo. Poi un maremoto. Mentre si cerca ancora di capire a quante migliaia di persone ammonti la somma di morti e dispersi (che poi in questi casi sono, purtroppo e praticamente, la stessa cosa), una delle numerose centrali nucleari ha fatto tilt e dopo due esplosioni se ne attendono altre. Le radiazioni, comunque vada, sono già state disperse nell’atmosfera.

In Palestina è ricominciata la criminalizzazione di Hamas e in Irlanda del Nord quella dell’Ira. Una volta al mese, una bara torna avvolta dal tricolore dall’Afghanistan.
Al potere c’è ancora Berlusconi e all’orizzonte nessuno che sia pronto a sostituirlo. Al Quirinale in compenso c’è Napolitano.
Vogliono fare la discarica di Roma ad Allumiere e la centrale nucleare a Montalto.
Per il resto, va tutto bene.
P.S.: chi abbia notizie del “resto” che va bene, è pregato di informare AzionePuntoZero e soprattutto il Calabrone, che ne ha un gran bisogno, nei commenti. Grazie.
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