Nel mondo della neolongua orwelliana tutti gli
uomini nascono “Charlie”. Ma evidentemente qualcuno è più “Charlie” di altri,
ed altri meno.
(it.sputniknews.com) – La portavoce del ministero degli Esteri
della Russia ha sollevato questo interrogativo su Facebook dopo che la rivista
francese Charlie Hebdo ha pubblicato delle vignette sulla sciagura dell’aereo
A321 russo nel Sinai.
Maria Zakharova, portavoce ufficiale del ministero degli Esteri,
ha commentato le caricature sulla tragedia dell’A321 russo in Egitto,
comparse sulle pagine della rivista francese Charlie Hebdo.
“Qualcun altro è Charlie?” — ha scritto Zakharova su
Facebook.
In precedenza la rivista ha pubblicato due caricature sul tema
della sciagura dell’aereo russo. Una delle immagini mostra un combattente dello
“Stato islamico” che si ripara la testa mentre su di lui cadono dei pezzi
dell’aereo, nell’altra è raffigurato un teschio con occhiali da sole sullo
sfondo dei rottami dell’aereo.
Non è la prima volta che la rivista francese “ironizza” sulle
vittime delle tragedie. L’estate scorsa, per esempio, dopo che venivano
scoperti i primi frammenti dell’aereo malese scomparso nell’oceano Indiano,
Charlie Hebdo ha pubblicato una vignetta che mostrava dei “frammenti” di una
hostess e di un pilota del Boeing scomparso.
In settembre Maria Zakharova aveva commentato la vignetta di
Charlie Hebdo sulla morte del piccolo siriano:
“Sapete perché non sono Charlie? Perché credo che stiano
ingannando sia noi, sia se stessi… dicendo che non esistono temi vietati. Se
così fosse, si potrebbe capire (non accettare, ma capire) anche la caricatura
sulla morte del piccolo siriano, ma soltanto ad una condizione: se il giorno
dopo l’attacco terroristico alla sua redazione Charlie pubblicasse un numero
con vignette dei colleghi uccisi. In tal caso quello che fanno i giornalisti
dell’edizione sarebbe sì una provocazione pericolosa, ma si potrebbe almeno
parlare di una concezione del mondo particolare”.
Da
www.azionetradizionale.com
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