domenica 5 maggio 2013

La tua lotta, un esempio che lascia un segno eterno. Ciao Bobby

Ricordiamo Bobby Sands: la grandezza di chi ha saputo lottare fino in fondo e in condizioni disumane, per la propria Nazione. 
Riposa in pace nel paradiso degli Eroi, il tuo esempio rimane scolpito nella pietra, per sempre.

"(...)Subito dopo la sentenza ci fu una rissa e Bobby, persi anche i 6 mesi di remissione della pena, fu condotto nelle celle d'isolamento della prigione di Crumlin Road e poi trasferito nei tristemente famosi H-Blocks del carcere di Long Kesh (8 blocchi di cemento armato all'interno dei quali erano rinchiusi i prigionieri repubblicani; isolati gli uni dagli altri, i blocchi finivano per formare una lettera H). Qui già da alcuni mesi centinaia di prigionieri repubblicani stavano conducendo la "blanket protest": per protestare contro la mancata concessione dello status di prigionieri politici i reclusi rifiutavano d'indossare le divise carcerarie e di adeguarsi alle regole dell'istituto di pena. Dal marzo ‘78 essi passarono alla "dirty protest", rifiutando di lavarsi, radersi e tagliarsi i capelli, svuotare i buglioli contenenti i propri rifiuti organici. Le loro celle divennero così delle squallide latrine. Anche in carcere la personalità di Bobby non tardò ad affermarsi; di nascosto egli scrisse con un refill di penna biro sulla carta igienica una serie di resoconti, che poi furono raggruppati nel suo mitico diario intitolato: "Un giorno della mia vita". L'insegnamento del gaelico, che aveva non solo lo scopo di riaffermare prepotentemente l'identità irlandese ma anche quello di non farsi capire dai secondini, divenne una delle sue principali attività. Finchè nel 1980, per scuotere l'opinione pubblica relativamente alle 5 richieste fondamentali dei prigionieri (diritto ad indossare i propri vestiti e non l'uniforme carceraria; diritto a non essere costretti al lavoro carcerario; diritto alla libera associazione con gli altri prigionieri durante l'ora d'aria; diritto ad una visita e a una lettera o a un pacco la settimana; diritto alla riduzione della pena, come previsto per i detenuti comuni), Bobby decise insieme ad altri 7 camerati di avviare la più estrema delle proteste: lo sciopero della fame . Dopo 53 giorni di digiuno, convinti di aver trovato un accordo, i combattenti irlandesi decisero di sospendere la protesta; ma dopo l'ennesima rottura delle trattative con il governo inglese ripresero la lotta l’1 marzo ‘81. Mentre era già al 40° giorno di sciopero della fame, Bobby riuscì a farsi eleggere deputato di Westminster nelle elezioni suppletive del 9 aprile, indette per assegnare il seggio vacante della circoscrizione Fermanagh/South Tyrone: 30.492 voti contro i 29.046 dell'avversario, malgrado la propaganda unionista sostenesse che votarlo avrebbe significato appoggiare il terrorismo e la violenza. Purtroppo la gioia per questo evento memorabile durò poco: alle 01.17 del 5 maggio 1981 l'On. Bobby Sands morì. Si era scontrato con la "fermezza" aguzzina del premier britannico Margareth Thatcher, che definì Bobby e i 9 martiri che seguirono la sua sorte "criminali". Lo sciopero della fame si concluse ufficialmente il 3 ottobre ‘81: 2 giorni dopo Londra soddisfò tutte e 5 le richieste dei prigionieri repubblicani…"
fonte: Alternativa Antagonista Verona

"Sono un prigioniero politico. Sono un prigioniero politico perché sono l’effetto di una guerra perenne che il popolo irlandese oppresso combatte contro un regime straniero, schiacciante, non voluto, che rifiuta di andarsene dalla nostra terra. Io difendo il diritto divino della nazione irlandese all’indipendenza sovrana, e credo in essa, così come credo nel diritto di ogni uomo e donna irlandese a difendere questo diritto con la rivoluzione armata. Questa è la ragione per cui sono carcerato, denudato, torturato."




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